Parco Archeologico - Città del Tufo Sorano

Inaugurato nel 1998, il Parco Archeologico “Città del Tufo” è nato per volontà dell’amministrazione comunale di Sorano con l’obiettivo di valorizzare, tutelare e far conoscere il suo importantissimo patrimonio storico-culturale. Un tesoro rimasto inalterato per secoli.

Scopo del Parco è ottimizzare la fruizione di una serie di siti di grande rilevanza archeologica, storica e naturalistica che si trovano nei territori di Sovana,Sorano e Vitozza (S. Quirico), nella cosiddetta Area dei Tufi.

Anche se le testimonianze più importanti riguardano il periodo etrusco (con le necropoli sovanesi che si articolano sui colli che circondano il borgo) del Parco fanno parte numerose e importanti vestigia diepoca tardo antica e medievale quali castelli, chiese, fortificazioni e numerose abitazioni rupestri.

L’area monumentale del Parco Archeologico si trova a Sovana, sulle colline a nord del torrente Calesine, dove attraverso suggestivi percorsi nella fitta vegetazione a macchia mediterranea, si raggiungono le necropoli con le tombe a fronte colonnata (tomba Pola e tomba Ildebranda), quelle a edicola (del Tifone, dei Demoni Alati e della Sirena) e le tombe a dado,semidado falsodado.

Il fascino e la suggestione del luogo sono alimentati inoltre dalla presenza di numerose Vie Cave. Questi percorsi stretti e tortuosi, consentono di superare agevolmente il dislivello tra profondi valloni e altipiani immergendosi in un ambiente naturale unico e incantevole.

Di particolare fascino sono la via cava di San Sebastiano (che presentapareti alte più di 20 metri) e il Cavone (in cui è da segnalare la presenza di numerose specie di felci, muschi e licheni che rivestono quasi interamente le sue pareti).

Spostandosi poi in direzione di Sorano si raggiunge linsediamento rupestre di San Rocco, così chiamato per la presenza di una piccola Chiesa dedicata al Santo, dove si possono visitare numerosi ambienti scavati nel tufo: tombe, colombari, abitazioni rupestri. Qui, subito a lato della chiesa, una via cava ripida e tortuosa conduce nella sottostante valle del fiume Lente mentre dal poggio si gode una suggestiva vista sul borgo di Sorano.

Una visita speciale merita infine l’area di Vitozza, presso San Quirico, uno degli insediamenti rupestri medievali più importanti d’Italia che si sviluppò su uno sperone tufaceo sopra la vallata del Lente. L’abitato, già esistente nel XII sec., venne abbandonato definitivamente intorno al XV sec a causa di guerre e depredazioni.

Percorrendo la strada carrareccia principale si possono ammirare i resti di fortificazioni, chiese e anche numerosissime grotte (più di duecento) che furono utilizzate come stalle, abitazioni e luoghi di lavoro. Il tutto è immerso in un ambiente naturale di eccezionale bellezza.

Contatti

(+39) 0564614074

(+39) 0564633099

(+39) 0564633767

Indirizzo

Piazza Pretorio, Sovana GR

Le Vie Cave

Le Vie Cave, chiamate anche “tagliate”, sono una creazione ancora poco conosciuta degli Etruschi.

Questi affascinanti percorsi viari scavati a cielo aperto nelle colline di tufo non hanno raffronti in altre civiltà del mondo antico. Per questo sono sono state fatte numerose ipotesi sulla loro reale funzione: canali per convogliare le acque piovane dai pianori alle valli, semplici vie di comunicazione, passaggi strategici studiati contro i nemici, sentieri cerimoniali e così via…

All’interno del Parco Archeologico Città del Tufo, le Vie Cave di Sorano e Sovana conducono il visitatore alla scoperta delle necropoli etrusche. Camminare nelle “tagliate”, tra pareti di tufo alte anche più di venti metri, è un emozione impossibile da descrivere.

Percorrere queste Vie, immersi in un’ambiente naturale suggestivo e incontaminato, permette di calarsi in un atmosfera magica, a contatto col sottosuolo e con una dimensione “altra”.

In un paesaggio caratterizzato da ampi pianori tufacei incisi da profonde valli,questi sentieri ripidi, tortuosi e profondamente scavati nella rocciatufacea consentono di economizzare i tempi di percorrenza collegando i centri abitati, la campagna coltivata sulle alture, le necropoli e gli altri insediamenti.

Di fronte allo stupore che si prova percorrendo queste imponenti trincee scavate in antico senza l’aiuto di mezzi meccanici occorre fare alcune precisazioni per valutare nella giusta ottica l’effettivo lavoro occorso alla loro realizzazione: il tufo è una roccia che quando è ancora umida è facilmentelavorabile e inoltre il livello di percorrenza odierno è assai più basso di quello originario (a volte di più di dieci metri). Per questo si è ipotizzato che al momento della prima realizzazione del percorso la trincea scavata nel tufo doveva avere una profondità minima, utile a superare agevolmente il dislivello tra le quote e che gli ulteriori approfondimenti sarebbero da ricondurre asuccessive opere di rifacimento che avevano lo scopo di regolarizzare l’erosione del piano di calpestio, consumato in particolare dagli zoccoli degli animali (muli, asini, cavalli).

Alcune Vie Cave sono sicuramente riconducibili, nel loro impianto originario, alsistema viario di epoca etrusca: è questo il caso della Via Cava del “Cavone” nella necropoli di Sovana. L’impianto etrusco di questa importante direttrice viaria verso il Monte Amiata, è attestato, in maniera inequivocabile, dallenumerose tombe a camera arcaiche che vi si affacciano e, soprattutto, dall’iscrizione etrusca Vertna che indica un gentilizio (corrispondente al nostro cognome) individuata sulla parete sinistra, a circa 170 cm dal piano stradale odierno.

Altre Vie Cave risalgono all’epoca medievale oppure in tale periodo sono state oggetto di rifacimento. In tutte le Vie Cave si nota un’attenta opera diregimazione delle acque che è ormai quasi completamente compromessa a causa dell’abbandono in cui si trovano da qualche decina di anni.

Durante l’epoca cristiana la particolare dimensione di oscurità che avvolge questi profondi tagli nella roccia e la suggestione che da essi emana hanno favorito la realizzazione di numerosi “scacciadiavoli” (piccole nicchie con immagini sacre dipinte) con lo scopo di soccorrere e rassicurare i viandanti. Ma la particolare atmosfera che si vive in questi percorsi ha anche reso possibile il perdurare di antichi riti pagani come quello che, fino al secondo dopoguerra si svolgeva tutti gli anni, il 19 marzo, nella Via Cava di S.Giuseppe a Pitigliano: una processione notturna durante la quale si portavano in processione delle fascine ardenti.

L’uso di queste “scorciatoie” si è protratto fino a tempi abbastanza recenti e oggi le Vie Cave continuano ad essere percorse dagli escursionisti e dai visitatori che rimangono affascinati dalla dimensione suggestiva e da unambiente naturalistico unico nel suo genere. A questo proposito non si deve dimenticare infatti l’importanza che le Vie Cave rivestono dal punto di vista ecologico-ambientale. Le particolari condizioni climatiche e ambientali sviluppatesi in questi sentieri, hanno determinato un microclima che ha favorito la crescita di piante tipiche di ambienti umidi e ombrosi. Percorrendo le Vie Cave si incontrano quindi vari tipi di felci e, lungo i percorsi più stretti, le ripide pareti appaiono quasi interamente ricoperte da muschi e licheni che donano un indiretto riflesso verdastro alle zone più ombrose dei cavoni. Un genere particolarmente frequente è poi costituito dalle edere che avvolgono i fusti delle piante presenti ai bordi delle tagliate e che, ricadendo talvolta all’interno dei percorsi assieme alle caratteristiche liane, accrescono la bellezza del luogo.